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Stellantis, a Melfi quattro modelli elettrici del nuovo piano: saranno in produzione dal 2024

Incontro al Ministero dello Sviluppo economico tra i vertici aziendali, la politica e i sindacati. Giorgetti e Orlando: "Primo passo positivo". La società: "Dialogo costruttivo e produttivo"

MILANO - Il velo sul futuro industriale di Stellantis in Italia non è ancora tolto ma l'azienda, nell'incontro di oggi a Roma al ministero dello Sviluppo Economico, ne ha sollevato un lembo, facendo intravedere i propri futuri piani per lo stabilimento di Melfi, in Basilicata. L'impianto rimarrà centrale e l'obiettivo del gruppo guidato da Carlos Tavares è quello è di mantenere una capacità produttiva di 400 mila vetture, un livello che negli ultimi anni è stato sfiorato soltanto nel 2015, quando vennero assemblate quasi 395 mila unità.

Nel 2023 inizieranno i lavori per fare di Melfi la sede della piattaforma elettrica media di Stellantis, con quattro modelli che inizieranno a essere prodotti dall'anno successivo e usciranno sul mercato con diversi brand del gruppo. La piattaforma è pensata per vetture con un'autonomia da 700 chilometri. Il gruppo ha annunciato che fin da subito intende adottare per Melfi l'organizzazione produttiva tipica di Psa, riunendo su un'unica linea la produzione che oggi viene fatta su due diverse linee, dalle quali escono attualmente la 500 X e le Jeep Renegade e Compass. L'obiettivo è di arrivare a lavorare su 19,5 turni settimanali. Per i modelli che usciranno nel 2024 vi sarà anche una linea per l'assemblaggio delle batterie.

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha definito l'incontro "un primo positivo passo, in cui sono venute indicazioni di una volontà di significativo investimento sulla realtà di Melfi, rimaniamo in attesa di conoscere ulteriori aspetti di questa strategia. Come governo abbiamo dato massima disponibilità alla sfida che Stellantis intende lanciare nel processo di transizione. Ci sono state alcune indicazioni positive in un clima positivo. Naturalmente si tratta di un processo che deve continuare per capire le implicazioni di queste scelte". Durante l'incontro ai presenti è stato fatto sapere che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha chiesto di essere informato sull'evoluzione della trattativa.

(ansa)

"La sfida che Stellantis ha annunciato per raggiungere la leadership del mercato è impegnativa e tutti, governo e parti sociali, la condividiamo", ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, definendo "positiva la riaffermazione della vocazione territoriale di Stellantis. Si parte con Melfi, che sarà valorizzata ma altri aspetti necessitano di una riflessione". Su questo il ministro ha citato esplicitamente uno dei punti che Stellantis ha tenuto riservato, definendo il piano "in divenire", ovvero dove verrà costruita la terza gigafactory europea del gruppo per le batterie: "Non possiamo parlare di una gigafactory senza affrontare la questione fondamentale della scelta sul luogo di produzione delle batterie. Decisione che ancora non è stata presa", ha detto Giorgetti.

"L'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico è stato un forte segnale positivo dell'impegno di Stellantis in Italia, con una collaborazione ancora più costruttiva che abbiamo da tempo avviato con il Ministero dello Sviluppo Economico e con tutte le organizzazioni sindacali con cui ci confrontiamo periodicamente", ha fatto sapere Stellantis in una nota, nella quale ha espresso "grande apprezzamento per la prosecuzione di questo dialogo produttivo e costruttivo, con l'obiettivo di costruire assieme a tutte le parti sociali le condizioni per garantire un futuro luminoso e competitivo per Stellantis e per tutti i suoi dipendenti".

I sindacati presenti all'incontro hanno iniziato a diffondere le prime reazioni.

"Abbiamo allontanato il pericolo dello stabilimento di Melfi, con le due linee che verranno compattate in una sola, più lunga. Ci saranno eccedenze di manodopera che verranno governate senza esuberi, con incentivazioni all'esodo e trasferimenti in altri stabilimenti del gruppo che ne hanno la necessità", ha detto Roberto Di Maulo, segretario generale del Fismic Confsal, affermando che è stato messo sul tavolo anche il problema delle ripercussioni del piano sull'indotto.

"Noi chiediamo precise garanzie non solo per i lavoratori di Melfi, ma per tutti i lavoratori italiani. Vogliamo un grande patto con Stellantis, che escluda esplicitamente la possibilità di chiusure e di licenziamenti, che sostenga il reddito dei lavoratori e che dia missioni produttive a tutti gli stabilimenti di montaggio e di motori, nonché ai numerosi enti di ricerca e di staff", hanno detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine dell'incontro, aggiungendo: "Pensiamo che il governo possa aiutare i lavoratori e l'intero Paese in due modi: innanzitutto incentivando gli investimenti che serviranno a riconvertire soprattutto l'indotto verso le nuove tecnologie e in secondo luogo varando strumenti più equi di aggancio alla pensione e di ricambio generazionale. Accogliamo positivamente la disponibilità del governo a presiedere nuovi incontri man mano che il piano si chiarirà".

"E' positivo che Stellantis anticipi un pezzo del piano in Italia con elettrificazione di quattro modelli e l'assemblaggio delle batterie", ha affermato Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil, dicendo che la riorganizzazione di Melfi "non deve avere effetti sull'occupazione e sul salario degli addetti",

 

 

 

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