Nella lettera la Unionplast, la Confindustria delle imprese trasformatrici delle materie plastiche, aveva preso spunto dalle parole del premier Conte che in una conferenza stampa aveva rassicurato gli italiani sulla sicurezza dei prodtti alimentari dei supermarket, protetti da "polistirolo e pellicola trasparente": da qui la richiesta di riconsiderare l'entrata in vigore della tassa (45 centesimi al chilogrammo) prevista per luglio visto che, per dire, proprio i due materiali citati da Conte sono realizzati con polimeri il cui costo è di circa 900 euro a tonnellata e che quindi sarebbero oggetto di una tassa di 450 euro sempre a tonnellata.
Dopo Unionplast, anche Assobibe, l'associazione che rappresenta le imprese produttrici di bevande analcoliche, è salita sul carro delle proteste chiedendo la sospensione dell'imposta 'gemella' della plastic tax, ovvero la sugar tax per "evitare il tracollo delle aziende e non mettere a rischio gli 80.000 posti di lavoro della filiera". Sulla stessa linea l'azienda che imbottiglia la Coca Cola: "La sugar e la plastic tax sono un ulteriore schiaffo per le imprese; vogliamo sostegni e sistemi di garanzia, non condanne a morte". Costa si è limitato ad aggiungere che il governo: "sta studiando una serie di possibilità di sviluppo e di riflessioni, di ripresa economica che sono sul tavolo del Mef. L'importante è far ripartire il Paese, se serve si fa, se non serve non si fa, se si deve sospendere si sospende".Per il ministro il post-coronavirus sarà "un'occasione di rilancio green del Paese. Questo è il momento più opportuno per incrociare il rapporto tra ambiente e salute per dare nuova linfa". Dunque, ha aggiunto Costa, non ci sarà "alcuna deroga ai limiti sull'inquinamento" quanto piuttosto "un aiuto concreto" a imprese e cittadini, per esempio attraverso il sistema del credito di imposta e degli ecobonus "entrambi non inferiori al 90% e con un ristoro del capitale più rapido, massimo di cinque anni rispetto ai 10 attuali".
Alzata di scudi, invece, sulle idee di condoni edilizi: "Non scherziamo proprio - afferma il ministro -. Questo è il momento della ripartenza economica. Noi abbiamo da rispondere ad altri tipi di domande"; e i punti cardine - che si cerca di mettere in fila nelle prossime leggi ("quasi tutti decreti", osserva) - riguardano "semplificazione, sburocratizzazione e velocizzazione", cercando di offrire delle garanzie ai cittadini, premiando "chi rispetta la norma". Questo, avverte, è qualcosa che non c'è nel condono ma che si può fare aiutando "i Comuni in difficoltà" e mantenendosi "nel perfetto perimetro della correttezza" della legge.